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Titolo Originale:

Go fish

Titolo in Italiano:

Pesca la carta
Regia: Rose Troche Guineviève Turner
Durata: 84'
Genere: Narrativo  - Fiction 
Anno: 1994
Nazione:   Usa
Colore/B&N:
Edizione:  
 

Il film, realizzato con pochi mezzi, attrezzature prestate da alcune scuole di cinema di Chicago e attrici scelte tra le amiche o le frequentatrici dei locali di donne, ha riscosso un grandissimo quanto inaspettato successo in tutti gli Stati Uniti e in Europa. "Non mi aspettavo una diffusione così grande nel mondo - dice RoseTroche - Abbiamo fatto il film pensando ad un’audience lesbica, per cui credevamo si sarebbe visto esclusivamente ai festival gay e lesbici... La cosa certa è che volevo fare un film lesbico, per ovvie ragioni : io sono lesbica, c’è un audience lesbica e credo ci dovrebbero essere molti più lavori lesbici là fuori ". La Troche mette in scena, con una vena di frizzante comicità e realismo, la vita quotidiana di una comunità lesbica americana, non nella fase del coming-out, ma negli aspetti della "vita di tutti i giorni", descrivendo vicende personali e situazioni che toccano il quotidiano di ognuna. La trama: Max (l’attrice - sceneggiatrice Guineviève Turner) vive con Kia, donna di colore alla quale è legata da un rapporto di amicizia e affetto e con la compagna di Kia, Evy, da poco separata dall’ex marito. Max è in cerca del grande amore e richiede la protezione e i consigli della coppia. Kia le presenta Ely (che vive con Dania) e che è ancora legata ad una storia d’amore ormai finita. Max ed Ely si frequentano e iniziano a tessere una storia d’amore che va via via concretizzandosi fino al punto culminante: una seduta di manicure..... Il tutto è accompagnato dalle conversazioni piccanti delle amiche comuni che non esitano a fare commenti e a stimolare l’azione nei momenti di impasse. L’elemento veramente originale del film è proprio la freschezza con la quale la Troche e la Turner rappresentano la comunità lesbica dall’interno, mostrando la quotidianità da sempre negata alle lesbiche nella vita nel cinema. Non c’è nel film nessuna che "scopre" il proprio lesbismo, né che lo fa "scoprire" a qualcun’altra; non esistono dinamiche di conflitto relative alla propria scelta né drammi derivanti dalla non accettazione da parte della società patriarcale. " La scelta dell’happy end - sottolinea Troche - rientra nella necessità di dare rappresentazioni positive del mondo lesbico. Le lesbiche dovrebbero essere più auto-ironiche, uscire dalla loro dimensione difensiva e spesso vittimistica".